
Quando si pratica e si suona la lira, si avverte il mistero che ancora oggi per l'uomo si cela nel tono musicale
e ci si sente chiamati a ricercarne le fonti spirituali.
Edmund Pracht
La Lira è lo strumento musicale cardinale utilizzato nella Musicoterapia Antroposofica. Troviamo questo strumento musicale già nelle storie legate a re Davide, nel periodo greco con l’epica di Omero, nelle mitologie che narrano di Apollo, di Orfeo, Hermes e della Musa Erato.
Spingendoci ancora più un là nel tempo rinveniamo questo strumento della famiglia dei cordofoni, nella sua versione più primitiva, intorno al 3000 A.C. presso le terre del Nilo in Mesopotamia.
Tra la notte del 5 e del 6 ottobre del 1926, il musicista Edmund Pracht e il liutaio Lothar G𝑎̈rtner, ispirati e incoraggiati dalle indicazioni di Rudolf Steiner, costruirono l’attuale lira moderna. Sedotti dal primo Goetheanum lavorarono per lungo tempo a questo strumento, perfezionandolo ad arte, partendo da nuovi impulsi di forma, di suono e di pensiero.
La Lira è un essere musicale che parla all’uomo intero
I suoi toni di luce e calore, la quantità di suoni armonici e la profondità introspettiva che genera al suo ascolto, lo rende lo strumento più particolare al mondo, capace di captare i movimenti animico-spirituali più nascosti e di risvegliare le facoltà più latenti nell’essere umano.
Attorno alla Lira si avvolge il mistero del suono nella sua peculiare natura, ovvero quella soprasensibile.

𝐼𝑙 𝑅𝑒 𝑆𝑎𝑢𝑙 𝑒𝑟𝑎 𝑎𝑓𝑓𝑟𝑎𝑛𝑡𝑜, 𝑠𝑐𝑜𝑛𝑓𝑜𝑟𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑟𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑝𝑖𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑙𝑖𝑔𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑜 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑡𝑎𝑣𝑎 𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑔𝑙𝑖 𝑑𝑎𝑣𝑎 𝑡𝑟𝑒𝑔𝑢𝑎.
𝑈𝑛 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑐𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑚𝑎𝑙𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑣𝑜𝑐𝑜̀ 𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑒 𝑑𝑖𝑠𝑠𝑒 𝑙𝑜𝑟𝑜:
“𝐸𝑏𝑏𝑒𝑛𝑒, 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑡𝑒𝑚𝑖 𝑢𝑛 𝑢𝑜𝑚𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑢𝑜𝑛𝑖 𝑏𝑒𝑛𝑒 𝑒 𝑓𝑎𝑡𝑒𝑙𝑜 𝑣𝑒𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑑𝑎 𝑚𝑒! ”
𝐶’𝑒𝑟𝑎 𝑢𝑛 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑜 𝑑𝑖 𝑛𝑜𝑚𝑒 𝐷𝑎𝑣𝑖𝑑𝑒, 𝑓𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝐼𝑒𝑠𝑠𝑒, 𝑖𝑙 𝐵𝑒𝑡𝑙𝑒𝑚𝑚𝑖𝑡𝑎
𝐿𝑜 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑟𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑐𝑜𝑟𝑡𝑒.
𝑆𝑎𝑢𝑙 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑔𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑒 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑣𝑎 𝑝𝑎𝑐𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑜𝑟𝑡𝑜, 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑓𝑎𝑟𝑙𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑢𝑜 𝑠𝑐𝑢𝑑𝑖𝑒𝑟𝑜
𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑙 𝑝𝑎𝑑𝑟𝑒 𝐼𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑟𝑙𝑜 𝑎𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜.
“𝑅𝑖𝑚𝑎𝑛𝑔𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑒 𝐷𝑎𝑣𝑖𝑑𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ ℎ𝑜 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑔𝑟𝑎𝑧𝑖𝑎! ”
𝑂𝑔𝑛𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑙𝑜 𝑆𝑝𝑖𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑠𝑜𝑣𝑟𝑢𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑙𝑎 𝑞𝑢𝑖𝑒𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑅𝑒, 𝑖𝑙 𝑔𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑒 𝐷𝑎𝑣𝑖𝑑𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑣𝑎 𝑖𝑛 𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝐿𝑖𝑟𝑎
𝑒 𝑠𝑢𝑜𝑛𝑎𝑛𝑑𝑜𝑙𝑎 𝑓𝑎𝑐𝑒𝑣𝑎 𝑠𝑐𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑖𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑙𝑣𝑎𝑔𝑖𝑜, 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑓𝑟𝑒𝑡𝑡𝑎 𝑠𝑒 𝑙𝑎 𝑑𝑎𝑣𝑎 𝑎 𝑔𝑎𝑚𝑏𝑒.